E Dio vide che nell′uomo sopra al globo c'era il male presente
Era un male immanente
Così volle sterminare ogni animale terrestre, sia umani che bestieCon un mare celeste
Manda in aria i corpi, s′alza sopra i monti
Guarda l'acqua che si innalza per quaranta giorni
Quando aprì le cateratte del cielo
Un nuovo mondo che riparte da zero
Sale là tra i ponti, che scavalca i monti
Guarda l'acqua che si innalza per quaranta notti
Dio che aprì le cateratte del cielo
Sopra al mondo terreno
Nient′altra fine possibile che diluvio, alluvione totale
Come il mito di Gilgamesh, il ritorno alla fase aurorale
Il riflesso nell′iride, nel ricordo del mare che sale
Noè il capostipite, un mondo nuovo mondato dal male
All'inizio era pioggia, ma nessuno credeva al diluvio
Si scavò lì le rocce, poi allagò le pianure nel buio
Crebbero i fiumi, crebbero nubi di cumuli
E il mare sopra le rupi superò i quindici cubiti
Ma il Dio cieco ha più nomi, la furia del cataclisma
Come nel mito greco, Deucalione con Pirra
Ehi, l′arca è in cipresso che ondeggia in mezzo a tempeste
Che chi cercava salvezza non trovò più terre emerse
Dio si pente dell'uomo sul globo e tesse il supplizio
Dio che sente dell′odio per l'odio ne esce sconfitto
E se ne esce tradito, è un Dio che ne esce fallito
Nessun delitto e conflitto ha diritto, neanche il delitto divino
E Dio volle che ora l′uomo su ogni suolo lì sparisse nel niente
L'abisso terrestre
Peccato che ogni uomo che poi visse il presente
Tornasse più cattivo e più maligno di sempre
Manda in aria i corpi, s'alza sopra i monti
Guarda l′acqua che si innalza per quaranta giorni
Quando aprì le cateratte del cielo
Un nuovo mondo che riparte da zero
Sale là tra i ponti, che scavalca i monti
Guarda l′acqua che si innalza per quaranta notti
Dio che aprì le cateratte del cielo
Sopra al mondo terreno
Lo sguardo, in maniera naturale
Si rivolse alla volta celeste
Che divenne acqua
Da Babele presuntuosa, stessa lingua, ma corrotta
Divergenza pretestuosa porta a guerra poliglotta
Ogni dio guarda da sopra e la sua furia sfocia in pioggia
L'arca no, non ci salvò, qua s′è persa fuori rotta
Ehi, Terranova tales, lampi di pagine
Non c'è acqua che riporterà fertilità a Cartagine
Segui l′immagine, il nubifragio che incombe tuttora
È la delusione di ogni nostro antenato che gronda lacrime
Da lassù, sorry mama
Cerco vita in altri mondi che ora Gaia è disumana
Mentre ho l'ego che mi chiama, sì, ma l′anima tuonava
Meritata a braccia aperte aspetto certo la buriana, ah oh
Il Paradiso nell'abisso, lo tsunami nell'Olimpo
E le vette scogli mentre ogni incubo ci affoga i sogni
Manda in aria i colpi, si alza sopra i monti
Guarda l′acqua che si innalza per quaranta giorni
Quando aprì le cateratte del cielo
Un nuovo mondo che riparte da zero
Sale là tra i ponti, che scavalca i monti
Guarda l′acqua che si innalza per quaranta notti
Dio che aprì le cateratte del cielo
Sopra al mondo terreno
Guarda l'acqua che si innalza per quaranta giorni
Nubifragio che incombe tuttora