Incontro

Ligabue

E correndo mi incontrò lungo le scale

quasi nulla mi sembrò cambiato in lei

la tristezza poi ci avvolse come miele

per il tempo scivolato su noi due.

Il sole che calava già

rosseggiava la città

già nostra ed ora straniera

incredibile e fredda;

come un istante "deja vu"

ombra della gioventù

ci circondava la nebbia.

Auto ferme ci guardavano in silenzio

vecchi muri proponevan nuovi eroi

dieci anni da narrare l'uno all'altro

ma le frasi rimanevan dentro in noi

"cosa fai ora, ti ricordi,

eran belli i nostri tempi,

ti ho scritto è un anno,

mi han detto che eri ancor via".

E poi la cena a casa sua,

la mia nuova cortesia,

stoviglie color nostalgia.

E le frasi quasi fossimo due vecchi

rincorrevan solo il tempo dentro in noi

per la prima volta vidi quegli specchi

capii i quadri, i soprammobili ed i suoi.

I nostri miti morti ormai,

la scoperta di Hemingway

il sentirsi nuovi

le cose sognate e poi viste

la mia America e la sua

diventate nella via

la nostra città tanto triste.

Carte e vento volan via nella stazione

freddo e luci accese forse per noi lì

ed infine in breve la sua situazione

uguale quasi a tanti nostri film:

come in un libro scritto male

lui si era ucciso per natale

ma il triste racconto sembrava

assorbito dal buoi

povera amica che narravi

dieci anni in poche frasi

e io i miei in un solo saluto.

E pensavo dondolato dal vagone

"cara amica il tempo prende il tempo dà

noi corriamo sempre in una direzione

ma qual sia e che senso abbia chi lo sa

restano i sogni senza tempo

le impressioni di un momento

le luci nel buio

di case intraviste da un treno

siamo qualcosa che non resta

frasi vuote nella testa

e il cuore di simboli pieno"

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